Truffa milionaria al servizio sanitario, 25 indagati

3' di lettura 23/09/2021 - Una maxi truffa ai danni del servizio sanitario con ipotesi di corruzione, falsi e accessi abusivi a sistemi informatici.

Dalle indagini sarebbe emerso quello che viene definito "un articolato e collaudato meccanismo fraudolento, finalizzato a far lievitare artificiosamente l'entità dei rimborsi corrisposti dal sistema sanitario". A scoprire il tutto è stata la Procura di Messina, che ha coordinato l'operazione 'Drg' portata a termine dai finanzieri del Comando provinciale. Eseguita una ordinanza emessa dal Tribunale peloritano che dispone nei confronti di tre indagati la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali e di ricoprire incarichi apicali nell'ambito di imprese e persone giuridiche per quattro mesi.

Gli indagati sono complessivamente 25, a vario titolo: funzionari dell'Azienda sanitaria provinciale di Messina, responsabili e dipendenti delle strutture private convenzionate, ma anche i titolari delle più conosciute ed importanti case di cura della città dello Stretto. Disposto anche il sequestro di risorse finanziarie per oltre tre milioni di euro nei confronti di sette strutture private convenzionate: soldi considerati "provento del reato di truffa aggravata in danno del Servizio sanitario pubblico". Il nome dell'operazione, 'Drg', deriva dal sistema 'Diagnosis related group', che consente di classificare ogni singolo caso clinico in una determinata casella (il ministero della Salute ha previsto oltre 500 casistiche), variabile in relazione alla diagnosi, agli interventi subiti, alle cure prescritte ovvero alle caratteristiche personali del singolo paziente ricoverato in una struttura accreditata.

Sulla base del Drg attribuito, quindi, in funzione delle risultanze della Scheda di dimissione ospedaliera (Sdo), parte integrante della cartella clinica, ogni singola Regione prevede la tariffa da rimborsare alla casa di cura privata convenzionata, gravante sul Servizio sanitario nazionale: in questo iter risulta centrale l'attività di verifica, che deve essere portatato avanti dal Nucleo operativo di controllo interno all'Asp, ma secondo la Procura di Messina in questo caso nulla avveniva secondo quanto previsto dalla legge. Nella scheda di dimissione ospedaliera sarebbe stato indicato un Drg difforme rispetto alle reali attività risultanti dalle cartelle cliniche, realizzando così la truffa ai danni del Servizio sanitario pubblico per oltre tre milioni di euro.

"Un dato estremamente allarmante - dicono gli investigatori della guardia di finanza - lì dove si consideri che sono state oggetto di puntuale disamina soltanto 723 cartelle cliniche: di queste ben 591 presentavano anomalie, con una percentuale d'incidenza pari all'81,74%. Un dettaglio, quest'ultimo, che ha indotto il gip del Tribunale di Messina a ritenere l'esistenza di una forma "di radicata connivenza tra controllore e controllato". Le anomalie riscontrate, secondo le fiamme gialle, non possono essere attribuibili "a casualità o superficialità" dei controllori, "bensì, proprio per la frequenza e metodicità" sono "da ritenersi sintomatiche di un sistema rodato".

La nota della guardia di finanza riporta ancora una volta il giudizio del gip, che parla di "un sistema illecito diffuso... finalizzato a lucrare indebitamente sui rimborsi riconosciuti dalla Regione Siciliana per le prestazioni erogate dagli enti convenzionati". Un sistema che sarebbe stato rafforzato "dal contributo offerto dal soggetto controllore, l'ufficio dell'Asp di Messina, i cui funzionari, anch'essi sistematicamente, omettevano di rilevare le irregolarità attestando falsamente nei verbali la conformità della documentazione esaminata ai parametri previsti".






Questo è un lancio di agenzia pubblicato il 23-09-2021 alle 12:19 sul giornale del 24 settembre 2021 - 182 letture

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